La stagione dell'autonomia come "età dei lumi"
[©2005]
In un celebre saggio del 1874 un noto filosofo tedesco, in risposta al quesito “che cos’è l’illuminismo”, scriveva: “L’illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare solo a se stesso. Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro”. Questa è in pratica la condizione dell’uomo sottomesso ad un potere esterno che nega all’individuo la libertà di disporre di sé e il diritto-dovere di usare la propria intelligenza. In senso lato, l’illuminismo si propone di rischiarare la mente degli uomini per liberarla dalle tenebre dell’ignoranza e della superstizione, alimentate da chi detiene il potere per tenere facilmente soggiogato il popolo. Sotto questo aspetto, la lotta illuministica per l’emancipazione intellettuale diviene anche lotta di emancipazione politica, cioè conquista dell’autonomia.
Autonomia significa “governarsi da sé” e, in ambito politico, indica la capacità dell’uomo di dare a se stesso la legge, senza derivarla da altro. Perciò, l’autonomia è la forma giuridica in cui un popolo esercita pienamente la propria sovranità. Senza voler sembrare irriverenti e consapevoli delle evidenti differenze, siamo convinti che anche Cellole abbia vissuto la sua “età dei lumi” che è coincisa con la seconda metà del secolo scorso in cui si è fatta strada l’idea dell’autonomia comunale.
Di questa autonomia, di cui oggi siamo tutti beneficiari, alcuni furono protagonisti allora con più coraggio e più lungimiranza. Riconoscere i torti e le ragioni di quegli anni, di quelle controversie, non vuol dire riaprire ferite che sono e debbono essere in gran parte rimarginate. Vuol dire, più semplicemente, cercare di costruire il futuro su una visione più equa e più giusta.
Nel 1975 Cellole si è avviata lungo un percorso di crescita e di sviluppo che in questi trent’anni ha potuto consolidare e rinnovare, grazie all’impegno e al senso di responsabilità di tutti.
Sta alle nuove generazioni l’imperativo morale di non tradire il sacrificio di chi, da una parte e dall’altra, con un’intensa passione civile e politica ha condotto questa eccezionale battaglia di civiltà e democrazia, fondamentale per la trasformazione e il progresso della nostra comunità”.
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